PETALI DI ROSE, MADONNE E CARCIOFI (di Giuseppina Sciortino)
pagg. 158
anno 2021
collana Nuove Tressule
ISBN 978-88-6282-244-2
Petali di rose, madonne e carciofi è un romanzo che si potrebbe definire “di formazione” o d’amore, forse, in cui vengono affrontate diverse tematiche: il viaggio alla scoperta della felicità, la nostalgia degli affetti, la solitudine, la ricerca del lavoro e delle proprie radici. Una vena tragicomica sottende e accompagna tutta la narrazione rendendola più avvincente, tra amori, delusioni, eventi sfortunati e improvvise epifanie, che prendono vita attraverso flashbak, trame e sottotrame.
Esaurito
2 reviews for PETALI DI ROSE, MADONNE E CARCIOFI (di Giuseppina Sciortino)
Esaurito
Sara (proprietario verificato) –
Se nel suo primo romanzo, l’autrice, ci ha guidato nel claustrofobico disagio del protagonista, in questa seconda opera ci prende per mano e ci porta fuori.
Fuori, insieme a Maria, per seguirla e osservarla nei suoi viaggi materiali e mentali.
La seguiamo per tutte le vie che percorre dai paesini assolati alle città di cemento; nelle strade che sceglie di prendere insieme ai personaggi che le capitano sul suo cammino.
La seguiamo anche nei suoi percorsi interiori, quelli dell’anima, che a volte sa così prepotentemente di terra di Sicilia a volte sa di solitudine milanese e a volte sa di onirico.
La narrazione scivola tra delicatezza e calma per poi scorrere, fino a toccare punti più oscuri dell’anima (potrei dire che il livello è tale da ricordarmi scene cupamente realistiche lette in alcuni brani di Ammaniti).
Il tutto è vestito dell’eleganza tipica della scrittura di Giuseppina Sciortino, ormai posso definirlo il suo marchio.
il regalo più bello che questo romanzo fa ai suoi lettori, è, la speranza.
Buona consigliatissima lettura mentre vi perdete per le vie di questa Maria, che non è la madonna (….ma troviamo anche lei tra i personaggi lungo il cammino).
Alberto –
L’esperienza di questa lettura ricorda un bagno solitario nel Mediterraneo. Ci si addentra nell’acqua, in una giornata calda, abbagliante di sole, ventosa. Ci si ferma un secondo a inebriarsi del profumo che arriva da terra, quello degli agrumi che si mischia a quello del sale e di iodio nebulizzato. Una prima immersione: la fotografia di un mondo bellissimo ma avaro di scoperte, di futuro e di vita da vivere. Un dipinto statico da dove partire e forse “non-o ri” tornare.
Si emerge a fior d’acqua e fuori qualcosa è cambiato. Il sole è velato e nuvole gravide riempiono il cielo. Altra calata e tutto è diverso. Disegni di vita grigia che se guardi bene forse non è così grigia ma ha i toni caldi di un interno/casa o interno/anima, della parte buia del giorno rischiarata dalla luce gialla al tungsteno, di un pomeriggio invernale.
Si rimane nel mezzo, tra il mondo d’aria e il mondo d’acqua, dove la linea del mare divide in due il vetro della maschera.
E si continua così, con il faro narrativo che si accende e si spegne come la torcia di un sub, svelando scene apparentemente scollegate ma in realtà pregne di valenza simbolica.
Rimane la sensazione di abbandonarsi al naufragio, con o senza ansia di perdersi nel mare. Due certezze: la prima è l’assoluta convinzione di non essere nati per quel mondo d’acqua. La seconda è che quel mondo per il quale si è inadatti tuttavia va affrontato: con fatalismo, a volte, con caparbia determinazione, altre. È qui la chiave di lettura della complessità interiore della protagonista della quale l’autrice, forse per scelta o forse per non peccare in presunzione di possedere risposte esistenziali, non cerca mai di decifrare per il lettore ma si limita a mostrare tramite “pensieri, parole, opere e omissioni” spesso poco espliciti a un occhio semplice. Il finale chiude il cerchio e riannoda i fili. È un atto dovuto, un toccare la battigia dopo un lungo fluttuare nel mare della vita. La scrittura della Sciortino si conferma eccellente, portatrice sana di emozioni, sensazioni e stati d’animo mai noiosi.