AFOTISMI di Francesco Foti

collana Centovele

prefazione Mario Grasso

Per Afotismi bisognerà  leggere come intensiva la prima vocale. In questo caso, infatti, non c’è l’alfa privativa ma un segnale grafico che allerta in direzione di giocoso lievitare fonosemantico del significante. Un rinvio al significato di “Aforismi”. La scelta del neologismo non è casuale, anzi, si potrebbe soggiungere, ricorrendo a un riferimento merceologico, che si tratta di aforismi di origine controllata un DOC che più non si può. E l’ origine controllata non è solo la cognonomastica dell’autore (Fotismi=Afotismi= AFORISMI) ma è ancora nel siciliano genuino di Ceschino, un dialetto effervescente e mimetico, etneo limpido, ludico e pensoso come la vita nei suoi momenti assorti o di allegria, delle responsabilità  come dei sogni, delle ansie come delle ironie. Afotismi perché nel cambio della consonante (aforismi) c’è anche l’invito al cambio di significati che la poesia propone quando cela nella morbidezza della metafora i risvolti meno soffici della quotidianità . Un esordio atteso e auspicato questo di Francesco Foti e nella lingua dei padri, quella stessa che non sappiamo più dire ma di cui il poeta si serve per ricuperare suoni e fascino, con grazia e amore.

(Dalla prefazione di Mario Grasso)

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