ALBERO DI MELE di Giulia Sottile

collana Nuove Tressule

con prefazione di Mario Grasso

978-88-6282-133-9
Seconda edizione
Il successo della prima edizione esaurita dopo cinque mesi dalla distribuzione nelle librerie e le nuove richieste hanno decretato la Seconda edizione di questo libro d’esordio di Giulia Sottile che frattanto si è visto accettare il saggio sul “Fallimento adottivo” testé pubblicato nella collezione “Confronti-Consensi” di questa Casa editrice -1 –    Il gioco delle parti in questo Albero di mele, opera narrativa d’esordio di Giulia Sottile, comincia tra subliminale e simboli con qualche cenno d’intesa fantascientifica. Potrebbe giovare tenerlo presente, perché, quanto a piani di lettura, qui siamo alle algebre delle armonie che si confortano e confrontano  con il nostro stupore di lettori a fronte dell’arte letteraria. Arte che è nei contenuti ma è preliminarmente forma. Una ipotesi per meditare, questa volta, sulla disponibilità delle sette note del pentagramma musicale a infinite-infinibili combinazioni. Il teorema si otterrà ponendo la musica a numeratore e il vocabolario rappresentato dal numero delle lettere dell’alfabeto italiano (per il nostro caso letterario) a denominatore. Ricavato l’esito con funzione di “ indice di armonia” si potrà calcolare il rapporto tra parola nota, usurata e nuova. Ma non finisce qui, infatti si dovrà tenere conto persino delle locuzioni a effetto definitivo-definitorio, nonché delle occasioni che quando càpitano, rinviano crudelmente-crudamente all’ablativo assoluto dell’odiatissimo latino. E non tutti conoscono il latino, né per essere deliziati da un libro d’insoliti racconti, come questo di Giulia Sottile, bisogna saper di latino! Per carità. E allora? Allora questo potrebbe essere una banalissima premessa per ricordare a noi stessi che la letteratura viene spiegata, a scuola. (…)(…)5 –     Albero di mele. Il vezzo-malvezzo di aprire approssimazioni a schede critiche ricorrendo a confronti e a citazioni di illustri nomi, non è poi così spregevole se, chi ne fa pratica, riesce a spiegare come la genialità creativa non ricorre a fare il verso a qualcuno quando ha, di suo, un mondo da raccontare. Ed ecco che per la narrativa di Giulia Sottile si dovrà premettere che il citare Jorge Luis Borges, o l’evocare l’improbabile ipotesi di uno Zamjantin da Terzo Millennio, quindi redivivo e proponente in sintonia con la nuova epoca, non vuole che azzardare una ipotesi di orientamento. Solo orientamento, perché certe aure junghiane e lacaniane di sottofondo potrebbero rimettere in discussione tutto, per rinviare a una rielaborazione di miti biblici di mele e di serpenti o, ancora una volta, metafore classiche per le cere nelle orecchie dei rematori d’una trireme, con Ulisse legato saldamente all’albero della vela, per la propria scelta di reprimersi senza dominarsi. Meglio avvisare con garbo il lettore nel complimentare la sua occasione di avere scelto un libro da scaffale alto, denso di stimoli per le proposte che disvela nel dimostrare la stretta parentela tra il fiabesco e la realtà, tra l’assurdo e la sua simbiosi con le nuove frontiere della scienza e quindi della mente. In altre parole poter dimostrare il diritto della letteratura ad appropriarsi della capacità di inventare per prima quanto la tecnica e la scienza dell’onus probandi incumbit ei qui dicit sarà in condizione di volgarizzare decenni o secoli dopo. Non è stato forse Julius Verne a inventare il sommergibile?      Giulia Sottile, si dimostra praticante di encomiabili umiltà e non esibisce intenzioni del genere che tuttavia le sue scritture celano. Ed è questo un altro dei grandi meriti di un libro insolito e denso di trovate e rinvii avvincenti. Un merito che fa coppia con l’assenza di occasioni didascaliche di tentazioni parenetiche, e che viene armonizzato da una scrittura essenziale, veloce quanto costantemente definitoria e definitiva. Uno scrigno di mele d’oro d’origine controllata. Prodotto esclusivo del Giardino delle Esperidi.(dalla prefazione di Mario Grasso).

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