Il problema è la crisi degli alloggi.
Su alcuni organi di stampa si è dato particolare risalto alla vicenda della bidella napoletana che ha affermato di viaggiare giornalmente da Napoli a Milano e ritorno, per lavorare in una scuola. Mentre le storie più incredibili raggiungono gli schermi, quasi nessun tele giornalista si è mosso, solo “Le iene” per una sonora smentita. La storia è poco credibile ma verosimile. Difatti un dipendente che guadagna 1.100 euro al mese non riesce a vivere a Milano, mentre la donna, vivendo a Napoli con i suoi genitori, riuscirebbe a mettere da parte qualcosa.
La vicenda è stata comunque presa a modello da contrari e difensori del reddito di cittadinanza. I primi, non abituati a misurare il centesimo, si sono soffermati sul fatto, volendo dimostrare che i napoletani onesti sono disposti a tutto, pur di non stare sul divano, accessorio caro ai 5 stelle. Dall’altra parte si è fatto un conto semplice: con 1.100 € a Milano si muore di fame in quanto: 600 vanno via per l’alloggio (anche un singolo letto) e quasi altrettanto per cibo e bollette. Restano fuori dal conto gli spostamenti, il vestiario e le medicine. Ergo: meglio a Napoli con il reddito di c.
Il dato certo è il macigno della mancanza assoluta degli alloggi, in tutte le città, Milano o Napoli che sia. Per questo motivo i giovani rifiutano il lavoro lontano da casa e le giovani coppie non fanno figli, quando si sposano. Chissà se la filo atlantica Meloni potrà seguire le orme del prof. (di mistica fascista) Fanfani. Il grande politico toscano si inimicò gli Usa dirottando le loro risorse economiche sulla costruzione delle case. La legge era “Per il rilancio dell’occupazione” e fu il boom degli anni ’50 e ’60. La legge fu ribattezzata “Piano casa”. Perché diede case ed occupazione. Invece la finanza internazionale voleva lasciare più “liquide” le risorse, da recuperare per investimenti in Usa.
Anche oggi si blocca l’edilizia, a favore della speculazione finanziaria ed immobiliare. Quest’ultima ha pure colpito la Santa sede, a Londra. La speculazione edilizia ha come obbiettivo un 10% di utili, mentre la speculazione finanziaria arriva al 100%, quando si fanno investimenti “sbagliati”(truffe).
Francesco Nicolosi Fazio