STORIA AMARA DEL ’43 di Gaetano Cellura
collana Alisei
Gaetano Cellura in Storia amara del ’43 offre un quadro della Sicilia durante lo sbarco degli Americani sull’isola. In un momento storico che sembra sospeso nel tempo, caratterizzato dal continuo sgretolarsi di ogni passata certezza, i personaggi vivono una dimensione interiore di smarrimento ed incredulità : «No, a Walter non sembravano scene di guerra. In guerra, gli avevano sempre detto, si combatte e si muore, e il nemico è il nemico. Qui nessuno combatteva o aveva pensato di farlo, e il nemico era liberatore e benefattore.» Tutti sono alla ricerca di una soluzione che li renda capaci di adeguarsi alla mutevole realtà sociale e storica con la quale debbono confrontarsi, ma ogni tentativo sembra proporsi nei termini dell’inadeguatezza e della rinuncia al vivere: a partire dal ricordo lasciato dal defunto padre di Walter, che aveva preferito isolarsi vivendo in «un mondo a parte, tutto suo, fatto di libri, di letture», fino all’opposto atteggiamento intriso di bassi compromessi del patrigno, ex segretario del fascio, che si presta ad un’infima collaborazione con gli Americani pur di mantenere un’adeguata posizione sociale. Ma questo, per la moglie Gabriella, madre di Walter, è tradimento dei valori, del paese, dell’onore: «meglio che ti fossi fatto ammazzare. Ne sarei stata orgogliosa…» La donna è l’unica a nutrire un forte senso di responsabilità di fronte allo smembramento della propria famiglia, minacciata dall’arresto disonorante del marito e dall’inconfessabile complesso edipico di Walter. Nel ragazzo, intanto, il disagio dettato dall’incestuoso desiderio che ha per oggetto la madre e che informa di sé l’intera aura dell’agile e intelligente trama, si dilata fino ad assumere dimensioni delittuose e l’unico punto di riferimento sul quale può contare è la figura del caro amico Lorenzetti, pittore e poeta solitario e vagabondo, che, attraverso l’arte, giunge ad una saggia e disinteressata comprensione del reale e all’assoluta libertà del proprio animo. Portavoce del pensiero dello stesso Cellura, Lorenzetti non crede nella missione dell’America, paese democratico che ha però la pena di morte, che ha sulla coscienza Sacco e Vanzetti, ritenendo che solo il pensiero, solo l’arte, può renderci davvero liberi. Denuncia del fascismo, sguardo disincantato sull’intervento degli Americani – «Rappresenti l’occupazione del paese o la sua liberazione?» chiede un ufficiale guardando un quadro di Lorenzetti, «Rappresento scene di guerra», risponde disilluso il pittore, Storia amara del ’43 non è semplicemente il frutto di un’indagine dal timbro neorealistico, ma esprime un’attenta analisi interiore dell’Umano, delle infinite possibilità dell’uomo di porsi di fronte alla Storia.
Esaurito
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