SETTE STORIE PER 7 GIORNI di Gabriella Calì
romanzo
collana Sale d’attesa
978-88-6282-126-1
Saggio introduttivo di Chiara Licitra.
“Sette storie per sette giorni”, il nuovo lavoro di Gabriella Calì, racconta la storia di Andrew De Falco, un magnate italoamericano che, un po’ per capriccio, un po’ per il desiderio di fare del mecenatismo sfruttando le sue grandi ricchezze, bandisce un vero e proprio concorso letterario, offrendo a sette scrittori dilettanti la possibilità di risiedere per una settimana presso la splendida Villa dei Pavoni e di dimostrare il proprio talento ed il proprio estro con la scrittura di una novella che tragga ispirazione dal tema dei fantasmi. Come in una sorta di Decamerone, il tempo all’interno della villa sarà scandito dalla lettura delle sette novelle, una al giorno per sette giorni. Solo alla fine della settimana, dopo aver ascoltato le sette storie, Andrew donerà ad uno dei sette autori la possibilità di stipulare un contratto letterario per pubblicare un’opera. Alla narrazione dei fatti che si svolgono dentro la villa e alla lettura delle sette novelle, si intreccia il racconto delle vicende personali di Andrew. Ricco rampollo di una importante famiglia americana e avvezzo ad una esistenza piena di successi, vive in un mondo dorato e perfetto che apparentemente da nulla potrebbe essere turbato; tuttavia, presto le grandi delusioni che riceve dalla vita lo gettano in una profonda disillusione. Il culmine dello sconforto arriva, insieme al tragico epilogo della sua storia matrimoniale, con l’incidente automobilistico che lo priverà della vista. La disperazione di Andrew che si rende conto di aver perduto per sempre la facoltà di vedere il mondo, di scrutare gli sguardi di chi gli sta accanto, è vivida nelle parole dell’autrice, che ha vissuto una simile esperienza a causa di una malattia. Queste stesse parole portano il lettore a riflettere, a immedesimarsi nell’afflizione del protagonista: cosa succederebbe se, improvvisamente, fossi privato della capacità di vedere quel che ti circonda? Che cosa accadrebbe se ti venisse tolta la possibilità di osservare chi ti sta accanto come hai sempre fatto e fossi costretto a cercare un nuovo modo per comprenderne i sentimenti?La vita dorata di Andrew diventa improvvisamente buia e triste. Precipitato in una profonda depressione, il primo istinto dell’uomo è quello di erigere un muro, una fortezza che lo protegga da tutto e da tutti; adesso anche gli amici di sempre diventano estranei e distanti. Solo gradualmente, come un bambino che muove i primi passi in un mondo che non conosce, Andrew riuscirà ad abbattere la sua barriera e imparerà nuovamente a vivere. (… ) Parallelamente alla narrazione delle vicende del protagonista, si svolge dunque il racconto delle giornate presso laVilla dei Pavoni. L’autrice racconta con immagini vivaci e dettagliate il trascorrere del tempo tra i lussuosi saloni della villa e la natura rigogliosa del grande parco che la circonda; durante la settimana di convivenza, i sette protagonisti di questa insolita avventura, diversi per indole ed esperienze ma accomunati dall’amore per la scrittura, imparano a conoscersi e a legare tra loro. Insieme vivono momenti di allegria, tra le portate dei banchetti che loro stessi preparano, passeggiando tra i boschi della ricca tenuta, esplorando le grandi stanze della casa; ma spesso condividono anche momenti di sconforto, soprattutto a causa dell’imbarazzo per la pubblica lettura dei loro scritti. L’autrice presenta ogni personaggio caratterizzandolo appieno sia con la descrizione delle vicende personali, sia per mezzo della novella che attribuisce a ciascuno. E proprio questo è l’escamotage di Andrew: la novella assume qui un significato e una funzione fondamentale. Diversi e numerosi possono essere i motivi del narrare: descrivere, tramandare, ricordare un evento o una persona, comunicare informazioni, riferire fatti. Sempre e comunque, la narrazione è humanitas, espressione dell’anima, delle esperienze e dei pensieri degli uomini. Andrew ha fatto dell’empatia il mezzo più forte per conoscere il prossimo: per lui anche le parole di una semplice novella che racconta storie di fantasmi assumono un significato nuovo. Le parole sono rivelatrici: ognuno racconta una storia che in qualche modo lo riguarda, che lascia trapelare un episodio della sua vita, un particolare aspetto del suo carattere, il suo personale modo di intendere e di vedere la realtà. CHIARA LICITRA
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