PER NON SCAVALCARE IL CIELO di Giulia Sottile
Collana Lunarionuovo
con prefazione di Laura Rizzo
“Ricerca delicata e pura questa di Giulia Sottile, come sorgente spontanea di acque filtrate da rocce secolari e incontaminate. Perché la poesie di questa silloge sono anzitutto esito di un canto seriamente personalizzato, pur nelle sue proposte di valore universale, un canto scevro da influssi, al punto da costituire uno stile espressivo in linea fondente-fondante con il “Giovanile Duemila”. Non c’è un sol verso in tutto questo denso e coerente Nastro di Moebius, su cui si possa ricorrere a somiglianze di struttura, contenuti o spiccante linea letteraria. Ho scomodato la memoria di August Ferdinand Moebius, l’astronomo e matematico tedesco di due secoli fa, perché fu quello che ipotizzò gli interspazi superiori alle tre dimensioni. E perché è arcinoto il suo Nastro di Moebius, appunto, figura geometrica, come tutti sappiamo, a una sola faccia percorribile all’infinito nella sua totalità, senza traversare né il contorno né la superficie.(…) C’è un significato ulteriore da cogliere nel gioco a nascondere di Giulia Sottile, e la chiave di lettura è da intercettare proprio in questo continuo resoconto ludico e serio, dolente e ironico, sognatore e realistico, pietoso ma intransigente, dietro cui si cela l’invito a meditare in profondità. La poesia è la vita, e la vita è mistero. Orbene: la semplicità del sillogismo complicherebbe il dovere di capirne l’intrinseco significato, se non fosse stato tutto il variegato excursus creativo di Per non scavalcare il cielo quasi diario in pubblico, mantenuto sul registro coinvolgente della colloquialità spontanea, come suggella la composta umiltà del finale nel suo pur costante gioco a nascondere (…)” (dal saggio introduttivo di Laura Rizzo).
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