NINO BIXIO A BRONTE di Benedetto Radice
collana Confronti
Introduzione di Silvana Raffaele
“L’episodio di Nino Bixio a Bronte, oggetto del saggio di Benedetto Radice che oggi, a 8o anni dalla sua morte e in occasione del 150 anniversario dell’Unità d’Italia si ripubblica, si colloca in un momento cruciale dell’epopea garibaldina cui è¨ necessario accennare. Garibaldi nel 1860 preoccupava infatti sempre di più Cavour perché, nonostante la contestata repressione di Bronte ad opera di Nino Bixio, aveva promulgato durante la dittatura alcune misure che si situavano al di fuori del liberalismo moderno moderato – abolizione della tassa del macinato, distribuzione delle terre demaniali agli squadristi – mostrando una forte apertura nei confronti dei ceti popolari…(…)…In tale contesto, dalla sua piccola Bronte, Benedetto Radice si dichiara indubbiamente fautore dell’Unità d’Italia e fervidamente convinto dell’opportunità che Garibaldi rappresentava. Egli mantiene però² indipendenza di giudizio nella legittimazione della rivoluzione, del principio di sovranità popolare e del diritto dei popoli all’autodeterminazionwe”(Cfr. L’unità d’Italia e il papato Tip. L. Billi, Ventimiglia 1895). E Leonardo Sciascia. “Bronte gli deve molto. Ed anche la cultura italiana, per una più esatta visione e giudizio dei fatti risorgimentali, gli deve riconoscenza. Non ha detto male di Garibaldi, ma ha detto male di Nino Bixio. Che è¨ già qualcosa” (Cfr. Intr. alla prima edizione di Nino Bixio a Bronte – ed. Sciascia – CL-Roma 1963)- Dalla introduzione di Silvana Raffaele, ordinaria di Storia moderna nell’Università di Catania)
Recensioni