MARE FORZA 7 di Michele Giardina
enciclopedia di paradossi morali e giudiziari
collana Confronti
Col mare forza 7 nessuno lascerebbe il porto, nemmeno il capitano Achab nel momento pi๠acuto della propria ira contro la balena che gli aveva tranciato una gamba. Ma il mare, di per sé, non ama i bastimenti alle catene, come ricordano i versi di una antica canzonetta, né lancia preavvisi per chi si trovasse in balia delle sue onde nel momento dell’ira. La tempesta puಠarrivare all’improvviso e quando arriva si salvi chi può. Ne sa qualcosa chi ama il mare o ne ha continuato a osservare gli umori, chi conosce le insidie del crepuscolare e dannunziano tremolar della marina, che in realtà cela nei segni delle invitanti increspature la potenza imprevedibile e irrefrenabile che può trasformare le giocose colombelle di schiume dissolte dal vento in cavalloni che il vento stesso aizza fino a renderli tempestosi, incontrollabili. Michele Giardina nel suo precedente e affabile libro di acquarelli della memoria ha emblematizzato i suoi resoconti faulkneriani assemblandoli sotto il titolo metafora del respiro del mondo: La risacca. Ma adesso, a distanza di poco più d’un anno, ecco un nuovo titolo, ancora dello stesso scrittore, un titolo marino ossimoro del precedente: Mare forza 7. èˆ l’imprevedibilità dell’ordine alterato degli elementi o è – ancora una volta – il respiro del mondo colto nel momento dell’affanno, della crisi, della turbolenza, che come tutti i mali e i disordini si cela nelle stesse forze benevole del mondo? La risposta è¨ abbondantemente chiara nelle dense pagine di questo coraggioso libro la cui metafora non lascia spazi per scappatoie di responsabili. La metafora del Mare forza 7 è¨ la giustizia nella tempesta. èˆ il censimento impietoso che Michele Giardina fa di errori e mostruose conseguenze provocate da preconcetti, sadismi, superficialità, declinazioni babiloniche di quella che dovrebbe essere il fiore più¹ luminoso e fragrante delle istituzioni civili: la giustizia. Giardina preleva esempi su esempi partendo dalla sua stessa Pozzallo e dalla sua stessa provincia di Ragusa ma estendendo subito i resoconti dall’intera Sicilia a tutte le regioni italiane accomunate dalle discipline giuridiche del Bel Paese, culla di giustizia, erede del luminoso diritto romano che ha informato e segnato di sé le geometrie giurisprudenziali del mondo. Da Natalino Amodeo a Calogero Mannino, ai casi di Enzo Tortora, di Paolo Gallo, “il morto vivo di Avola, del pescatore incensurato Domenico Morrone, un rosario di sviste a senso unico nelle quali le cantonate giudiziarie – i cui clamori sono tuttavia freschi nella nostra emozione di contemporanei – hanno imbrattato e compromesso serenità e carriere di onestissimi cittadini. Perché se è vero che, con le sopravvenute sentenze di assoluzione (per estraneità ai fatti), dopo anni o decenni, tutto è¨ stato appianato, è¨ anche vero l’ovvio contrario, come esito dello schiaffo subito, che nessuna sentenza di risarcimento potrà ormai cancellare, perchélo schiaffo c’è¨ stato e ha lasciato i suoi segni. Siamo alla parabola della gallina spennata stando nell’alto d’un campanile battuto dal vento, e la condanna a chi ne ha sparso le penne a vagare per raccoglierle. Ma se ne potranno recuperare poche, forse nessuna. Ed ecco la metafora di Mare forza 7, un binocolo puntato sul vascello ubriaco della giustizia degli uomini in mezzo ai cavalloni della tempesta lungo i secoli. Forse da che l’uomo cerca, nella giustizia affidata a un altro uomo, la salvezza nei momenti del pericolo in mare aperto, metafora degli incidenti di percorso di cui è¨ suscettibile il viaggio di ogni vita umana. Che la ricerca della giustizia non avvenga per imbattersi nei cavalloni forza 7, in un momento di naufragio dei valori. Michele Giardina, iscritto all’Ordine dei Giornalisti elenco pubblicisti dal 1979, è¨ nato a Pozzallo nel 1940. Ha maturato le prime esperienze di cronista collaborando con ‘agenzia stampa Fotoreporter di Torino e con l’emittente televisiva Teleiblea di Ragusa. Ha iniziato a scrivere per il quotidiano La Sicilia negli anni 1970, come corrispondente sportivo da Pozzallo. Dal 1979 si occupa anche di cronaca politica e avvenimenti vari. Negli anni 1980 ha diretto Radio Pozzallo International e nel 1985 è stato tra i vincitori del concorso giornalistico nazionale sulla “Sicurezza stradaleâ€, categoria quotidiani, bandito dal Ministero dei Lavori pubblici. Nel 2002 gli è stato affidato l’incarico di direttore responsabile del mensile I pozzallesi. Nel 2003 ha pubblicato il libro Cronache e riflessioni di un giornalista di provincia edito dalla Itinerarium di Modica. Nel 2009 La risacca, incunabolo dell’attuale Mare forza 7, (2010). Vive a Pozzallo e mantiene l’incarico di corrispondente da Pozzallo per il quotidiano La Sicilia. La foto dell’Autore in copertina è¨ dello Studio fotografico Assenza di Pozzallo. In quarta di copertina: Tangentopoli commise una serie impressionante di errori gravi, tragici. Era inevitabile? Quando si tratta di decidere sulla vita delle persone, l’inevitabile non esiste.
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