COME SOPRA COSI’ SOTTO di Paolo Anile

collana Valkirie

INTRODUZIONE DI FRANCO BATTIATO

NOTA EDITORIALE DI GIULIA SOTTILE

ISBN: 978-88-6282-175-9
UNITA’ DEL TUTTO E UNIFICAZIONE DELLA CONOSCENZA
Nota editoriale     di Giulia Sottile(…) …“Tutto è Uno”, è stata la frase identificatoria dell’opera, a sintesi del suo intento, quello di un’Unificazione delle Conoscenze, sul cui senso è bene intendersi sin dall’inizio: Anile (e chi con lui) non mira a una simbiotica indifferenziazione tra i Saperi, bensì al ritrovamento di punti di congiunzione e di quel nucleo comune da cui ognuno ha avuto origine, per differenziazione (dunque separazione) senza cui risulterebbero inconoscibili. Sappiamo ormai che la mente umana ha bisogno di separare tanto quanto di unificare; separa per categorizzare il mondo e avere dunque accesso alla conoscenza. Non sappiamo sempre, però, che essa non dà contezza della realtà in sé, bensì di quella versione della realtà a cui la nostra coscienza è in grado di accedere, di quel modo che le è congeniale qui e ora o là e allora. Saremmo estremisti se dicessimo con Vaihinger che la verità è soltanto l’errore più utile, quindi prenderemo questa considerazione come un’ammissione di umiltà da parte della mente che si appresta a conoscere e diremo, alla maniera zen, che voler avere la piena conoscenza di un sistema è un po’ come per un occhio voler guardare se stesso (fu la pretesa positivista). E allora va bene, per la scienza, il suo costante approssimarsi; va bene, per ogni modello teorico, il suo essere metafora di un funzionamento. È certo che il positivismo, e tutti gli approcci che ancora oggi lo riflettono, parcellizzando, frammentando, ci restituiscono un sapere mutilato, parziale, le cui parti appaiono tra loro inconciliabili; a fronte di un olismo che riabilita ma non va generalizzato, rischiando la con-fusione – come magistralmente chiarisce Anile – annullando l’unicità di ogni apporto, facendo confluire l’uno nell’altro in una massa informe. L’andare in profondità in ciascun ambito dà la chiave per la decrittazione, trova le leggi comuni che rendono questo nostro benedetto e maledetto mondo un armonia. Fa dire a William James che noi Siamo come isole nel mare, separate in superficie ma connesse in profondità. Ripercorrendo ogni sapere, dall’alba dei tempi a oggi, è possibile osservare un continuo processo di separazione e unificazione: differenziare – e così “individuare” – la realtà per appropriarcene, e unire per sapere da cosa ci si separa, verso una crescente consapevolezza, verso la complessità. Il simbolo del Tao, il diagramma della realtà ultima, qui accorre in soccorso a rappresentare efficacemente le dinamiche che permeano ogni parte di un tutto, un tutto come una gestalt che non è mai la semplice somma delle sue parti, eppure esse non perdono la propria identità. Unire le Conoscenze non significa far confluire il bianco al nero per dar vita a un grigio, bensì preservare i colori, impermeabili e interdipendenti, cogliendo gli intrecci e le consonanze, la convivenza sopra lo stesso comune denominatore. Il Tao, metafora al pari di una teoria scientifica, rispecchia un funzionamento e riguarda spiritualità, relazioni interpersonali, vissuti, comportamenti, stili di vita, abitudini, scuola, lavoro, famiglia, personalità, emozioni, bisogni, valori.Nell’epoca in cui tutto diviene sempre più frammentario, il sapere si sbriciola e al contempo si moltiplica, mostrando un mondo diviso, a pezzi, il progetto di Come sopra così sotto attua l’operazione contraria. Fornisce inoltre una chiave di lettura affascinante, oltre che al passo con le più recenti scoperte scientifiche, del mondo e dei fenomeni naturali (uomo compreso), servendosi di paradigmi che la scienza ortodossa fatica ancora ad accettare, radicata in assunti ottocenteschi che già da tempo hanno deluso intellettuali e scienziati avanguardisti. È un problema epistemologico. È una disputa i cui esiti potranno tenere ancora incollati o finalmente scollare gli “pseudo” e i “para” da svariate discipline e filoni di studio. Ponendosi sulla scia di ricerca già avviata da Albert Einstein, nutrendo le fila delle voci scomode, Paolo Anile si prefigge il secondo obiettivo. Ripercorrere il già detto apportando cambiamento, oltre che essere uno degli intenti dell’Autore, rappresenta una delle dialettiche fronteggiate in quest’opera, nella consapevolezza che, al livello sia macro che microscopico, è difficile gestire un cambiamento senza entrare in crisi. Ogni sistema, compreso quello scientifico, procede per adattamento graduale, tanto più quanto più esso è complesso. E concludiamo con le parole di John Stuart Mill, ammettendo che Se la geometria fosse in grado di turbare gli uomini, già da tempo sarebbe stata giudicata falsa.Giulia Sottile

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