Emergenza politica in Sicilia.
“La mafia non è una vergogna per la Sicilia, ma per lo stato che la mantiene!” Faceva pure il gesto con la mano che reggeva, Gabriello Carnazza, parlando alla camera alla presenza di Mussolini, che poi nel 1927 fece fuori lo statista catanese, solo politicamente. Oggi le parole di un secolo fa sono attualissime, visto che il futuro della Sicilia sarà gestito da uno sconcertante triunvirato (Cuffaro, Dell’Utri, Lombardo). Altrettanto attuale la tragedia “Mafia” di Luigi Sturzo da Caltagirone, opera, rappresentata nel 1901, che già allora trattava di politica “deviata”.
Oggi contro il calatino Nello Musumeci continui agguati da parte di personaggi politici della Sicilia occidentale, che per questioni esclusivamente “personali” vogliono imporre la sostituzione del Presidente regionale, forse solo perché onesto. In ogni caso a Musumeci va riconosciuto un primato storico, quello di aver sdoganato in Italia la destra, circa trent’anni fa, con la prima vittoria istituzionale come Presidente della Provincia di Catania, che governò con competenza.
In un momento di emergenza il forte e fronzuto centro destra si divide in tanti rami. Se fosse altro vegetale potremmo parlare di vere “cosche”. Invece in Sicilia c’è bisogno di unità. Al punto che sarebbe auspicabile un Governo isolano di unità regionale, come il governo Draghi. Con la differenza che Musumeci è un politico eletto, eletto plebiscitariamente.
L’area del calatino è stata nella storia laboratorio politico: Luigi Sturzo, Mario Scelba, ma anche fece tremare Roma, ma forse anche Washington e Mosca. Il geniale politico calatino (1960: “I partiti non esistono”), morto indigente, pagò il suo ardire con l’eliminazione politica. Non fu solo una questione geografica, tra Sicilia orientale e quella occidentale. Oggi bisogna superare la geografia e “Passare alla Storia”.
Francesco Nicolosi Fazio