Il disegno di legge Zan passato in Senato per un solo voto in più da parte della maggioranza mi fa pensare in modo inquietante a quando al XIX Concilio Ecumenico della Chiesa cattolica (il Concilio di Trento), a cavallo tra primo e secondo ‘500, fu deciso che la donna avesse un’anima con secoli di ritardo e per un solo voto di scarto.
È una vittoria della maggioranza che riesce comunque a mandare avanti in questo caso un processo di evoluzione civile oppure è una beffa amara per dire che in fondo sarebbe bastato poco e la realtà sarebbe stata tutt’altra? Per dire che forse sì ma forse anche no?
La cosa che indigna – e torniamo al ddl Zan in Senato – è che, dopo anni di testimonianze e soprattutto di studi scientifici, moderni e antichi, consolidati al punto da apparire banali, mentre molti di noi sono giunti a considerare ovvi certi principi di psicologia dell’essere umano, vi è ancora chi, in epoca contemporanea, non proprio all’improvviso, li disconosce, pur non avendo né le competenze né le conoscenze né la sensibilità per poter dire quello che dice.
Quanto all’interno della comunità scientifica viene ormai considerato ovvio non ha alcuna legittimità per chi però non può agganciare i propri ragionamenti a nessuna base scientifica, ma non riesce ad argomentare, o argomenta goffamente e facendo una pessima figura. Ha un’idea di mondo che non intende mettere in discussione. Spesso bisognerebbe semplicemente stare in silenzio e imparare, per crescere.
Giulia L. Sottile