L’edilizia per l’immediato rilancio dell’economia.

Nel luglio del 1948 Fanfani presentò al CDM la legge (poi N. 43 del 28/02/49) “Provvedimenti per incrementare l’occupazione operaia…”. Il primo cantiere del vero “Piano Casa”, partì già il 7 luglio 1949. Alla fine di oltre un decennio di investimenti, con grande impiego di manodopera (in tutto 500.000 operai), si realizzarono interi quartieri, con strade, verde, chiese e centri sociali, con oltre due milioni di vani (2.000.000) per investimenti (riferiti ad oggi) di 100 miliardi di euro, in regime di vera autarchia. Case ancora solide e funzionali, dopo 70 anni. Protagonisti furono dei veri cattolici: La Pira (sotto-segretario al lavoro, da sindaco realizzò l’Isolotto – in foto),  Guala (ex partigiano e primo presidente dell’INA-Casa), Dossetti (che, come Guala, divenne poi frate) e Adriano Olivetti, allora anche presidente dell’INU. In una Italia uscita dal disastro della seconda guerra mondiale, una politica edilizia onesta, dichiaratamente Keynesiana, contribuì enormemente a quello che poi divenne il miracolo economico italiano.

Oggi l’edilizia offre ancora tutti i requisiti per poter rilanciare il PIL e l’occupazione, operando con produzioni ed attività imprenditoriali esclusivamente italiane. Perché l’edilizia è vantaggiosa? Perché il suo valore è costituito da materiali pregiati con basso ricarico. Facciamo un paragone. A parità di costo, a circa €. 200/mc, oggi si possono comprare due prodotti industriali: le case e l’acqua minerale. Difatti un’acqua minerale economica costa al supermercato (non al bar) circa 20 centesimi al litro, pari  a 200 €/mc, a tale costo vanno aggiunti trasporti e “smaltimenti”. Il tutto partendo da un valore di circa un solo euro al metro cubo. Anche una casa costa 200 €./mc, in quanto un vano di circa 100 metri cubi (compreso scale, dipendenze, muri, pilastri e smaltimenti) costa circa €. 20.000, che diventano proprio €. 200/mc. Soltanto che una casa non è “acqua fresca”, invece è un insieme di buona, solida e duratura tecnologia, con tanta manodopera. Serve altro?

Ing. Francesco Nicolosi Fazio