Nessun futuro senza cultura
Nel giorno della Festa dei Lavoratori (non del lavoro, festa made in USA), è opportuno pensare a quei Lavoratori speciali che operano nel Teatro. In nessuna fase prevista dal governo per il dopo Covid, nessun riferimento per il Teatro e le altre attività culturali di massa. Per le produzioni cinematografiche si è trovato uno sbocco commerciale mediante le TV a pagamento, mentre per il teatro non è possibile una analoga alternativa economica. Già la stagione teatrale 2019-2020 è finita, per cui bisogna provvedere a risarcire i danni relativi a quattro mesi di serrata, causata dalla pandemia, questo a tutti i professionisti danneggiati. A maggior ragione bisogna subito prevedere le condizioni tecniche e gestionali per consentire a settembre l’apertura delle sale teatrali e cinematografiche, in tutta Europa, a difesa della cultura dell’Unione.
Se si fa attenzione alle pubblicità delle Tv a pagamento (mercato favorito dalla pandemia) si può riscontrare che si tratta quasi esclusivamente di film di produzione USA, con una assoluta totalità di Fantasy, farciti dal necessario corredo di: alieni, vampiri e super eroi. Nasce il sospetto che lo “star sistem” hollywoodiano voglia favorire l’alienazione dello spettatore, soprattutto nelle fasce giovanili. Il Teatro europeo invece è uno strumento essenziale per la formazione dello spettatore, perché il teatro, sin dai tempi di Eschilo, muove la sfera emotiva verso un completamento dell’individuo, anche come cittadino.
Forse nessun governo è poi così favorevole alla vera crescita culturale dei suoi governati, la cultura ed il sentimento portano ad una forma di solida crescita individuale che non consente la banale gestibilità delle masse. Meglio gli imbecilli ignoranti. Tanti di loro ci governano, in Europa. Difficilmente costoro faranno mai qualcosa per il Teatro italiano ed europeo. Perché: “Il cretino è l’unico essere che non riconosce il suo simile. E lo vota.”
Francesco Nicolosi Fazio