Abbiamo l’onore di pubblicare alcuni stralci dell’articolo del prof. Nicolò Mineo, dantista ed ex Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, apparso su La Sicilia di ieri 20/05/2021.
«Povera patria»… Più che pertinente cominciare o, piuttosto, intitolare proprio con una citazione da Franco Battiato.
In clima apparentemente più rasserenato, tento anzitutto una descrizione corretta dei fatti, eliminando imprecisioni e interpretazioni e valutazioni erronee. La Facoltà di Lettere e Filosofia ha approvato all’unanimità (ma per regolamento sarebbero bastati per la validità della delibera i due terzi dei votanti) in data 11 marzo 2005 la proposta di conferimento della laurea in Lettere honoris causa ai musicisti Aldo Clementi e Franco Battiato. (…) Le proposte delle Facoltà vanno per ulteriore approvazione al Senato Accademico, che le inoltra al Ministero cui spetta la decisione ultima. Anche il Senato può deliberare a maggioranza dei due terzi (…).
Nella seduta del 23 scorso, essendo stato esplicitato da parte dello studente di Giurisprudenza Bellavia, eletto per Alleanza universitaria, un suo dissenso, si è preferito non aprire una discussione e rimandare l’approvazione della proposta, sia quella relativa a Clementi sia quella relativa a Battiato, a una delle prossime tornate. (…) è necessario tornare sulla dichiarazione dello studente. In questa si esprime assoluta stima nei confronti di Battiato artista e il dissenso viene motivato solo in riferimento alle sue dichiarazioni riguardanti la città di Catania e un suo giudizio su un noto personaggio politico della destra. Ed è proprio per questa distinzione che nascono le perplessità e le preoccupazioni. Dovrebbe essere chiaro infatti che una laurea honoris causa viene conferita solo in riconoscimento di una particolare distinzione sul piano culturale. Non è assolutamente, e non potrebbe essere, un riconoscimento in relazione alle idee o alle azioni politiche. E neanche è conferita in funzione dell’opera eventualmente svolta a favore del territorio in cui un Ateneo opera. (…)
Il giovane Bellavia ha sovrapposto e confuso i vari piani. Lui, forse non per primo, e tutti quelli che subito dopo hanno fatto gioioso e trionfalistico coro intorno a lui. Un coro, e a questo punto parlo da cittadino, che preoccupa e inquieta. Quando il politico interviene in ordine al culturale, suscita il ricordo di antiche violenze e sopraffazioni, evoca il fantasma di antiche visioni totalitaristiche. È qualcosa che può gettare ombre e dubbi sul senso della svolta democratica e libertaria di un partito che pure su tale svolta sta fondando il suo passaggio alla modernità. Il partito certo, perché chiaramente il coro è inserito dentro un contesto a immediato riferimento politico, perché il plauso del ricordato noto parlamentare non si spiega diversamente. (…)
Forse che i politici possono denigrare e vilipendere ad arbitrio, mentre gli artisti non possono esprimere uno stato d’animo?
Ha danneggiato Catania più il giudizio di Battiato o la reazione dei presunti offesi? (…) Mi auguro che presto ci si sappia collocare al livello della vera Catania, la Catania dalla scanzonata e ironica intelligenza, la Catania fertile produttrice di ingegni, liberandola del volto deprimente della suscettibilità provinciale.
E in questo spirito, naturalmente col consenso della mia Facoltà, questa sì veramente offesa, porterò nuovamente avanti la proposta di conferimento della laurea in Lettere honoris causa a Franco Battiato.
Nicolò Mineo