O Mattarella o un politico.
L’unico italiano che non vuol fare il Presidente della Repubblica, escluso i minorenni, è Sergio Mattarella. La totalità dei cittadini della nostra Repubblica si è immedesimato facilmente nel personaggio interpretato da Claudio Bisio in “Benvenuto Presidente!” Anche perché la Costituzione prevede che chiunque può essere il capo dello stato, “a partire da una certa età” (Lucio Dalla?). Sembra veramente una forma di testardaggine costituzionale il ripetuto rifiuto, opposto dal Presidente uscente, alla miglior soluzione politica raggiungibile in una sola votazione. I capi di stato dei regni si proclamavano “Re, per grazia di Dio e volontà della nazione.” Per Mattarella sembra proprio che la “volontà della nazione”, per la sua rielezione, non abbia peso.
A questo punto, a meno di voler scontentare la Meloni, sembra proprio che bisognerà trovare un improbabile sostituto tra il “parco” politico a disposizione. Ecco che qui si aggiunge il preconcetto alla incapacità. Stante il grande equilibrio tra i due blocchi la soluzione più “logica” è apparsa quella di un neo presidente il meno politico possibile. Ecco che qualcuno vorrebbe portare Draghi al Quirinale, dando il via ad un risiko istituzionale che potrà essere soltanto disastroso per l’Italia.
A tutti i politici italiani manca la lucidità e la freddezza degli statisti. Continuano a pensare con la logica dell’orticello, anche per il Presidente. Pensiamo invece che la scelta dovrebbe cadere su una forte figura politica, anche per ridare dignità ad una “scienza” rimasta in mano ai dilettanti. Ecco che una ipotesi potrebbe essere quella di un politico di alto profilo del centrodestra (pazienza): Antonio Tajani, ad esempio, che, scomparso David Sassoli, darebbe una concreta stabilità e una buona immagine dell’Italia nel mondo. Basterebbe che la sinistra capisse che adesso tocca agli altri.
27 gennaio
Francesco Nicolosi Fazio