IL MIO REGNO PER UN CAVILLO*!
 Alcune domande sul COVID 19
Facendo un riepilogo di tutte le domande serie che ciascuno di noi si è posto in queste settimane di quarantena, ed aggiungendone una più che altro faceta, si può raggiungere il numero dei dieci Domandamenti* (che Mosè mi perdoni) che di seguito si elencano:

  • Perché non rendere obbligatorio, a chi esce di casa, l’uso delle mascherine, unico metodo certo di contenimento dei germi (TBC compresa) all’interno degli infetti?
  • Ha senso diffondere, ufficialmente, dati assolutamente aleatori come i contagiati (dati funzione dei tamponi eseguiti) e dei deceduti (dati funzione del luogo del decesso)?
  • Chi ha stabilito la distanza di (solo) un metro?
  • Il clima e l’inquinamento sono fattori moltiplicanti il contagio?
  • I giovani sono più resistenti, oppure in parte immuni?
  • I vecchi siamo soltanto più deboli o facilitiamo il contagio?
  • Al fine di comprendere meglio l’andamento del contagio (Bertolaso, ad es., era già contagiato prima di arrivare a Milano?) non sarebbe utile mappare i tragitti e gli incontri dei contagiati?
  • Per consentire misure personali adeguate, si potrebbero mappare anche le zone e/o quartieri a maggior incidenza di casi?
  • Stante che il virus predilige l’umidità, è bene (o male) lavare le strade con l’acqua delle autobotti?
  • Stante la positività del Principe di Galles, vista l’intervista al London Financial Times, Draghi vuole diventare il Re d’Inghilterra?

Prima abbiamo scomodato Mosè; per le risposte ci affidiamo a Bob Dylan.
*  con la “I” e con la “D”.

GATTOPARDI
Cambiare, veramente.
La notizia storica della settimana scorsa è stata trascurata dalle TV e dai giornali nazionali, relegando il Papa nelle pagine centrali. Probabilmente l’uno all’oscuro delle intenzioni dell’altro, il Papa ed il Presidente, in serata, si sono involontariamente contesi la scena. La differenza tra i due eventi è nella preparazione. Certamente quasi assente per Bergoglio, che ha rivolto un messaggio all’umanità intera, come solo un uomo di enorme onestà e coraggio poteva, da solo, concepire. Un gesto che ha colpito l’opinione pubblica mondiale, anche di chi non è credente. L’immagine di una benedizione “Urbi et Orbi”, nella grande Piazza vuota, sarà più che indimenticabile.
Il perché dell’involontario scontro mediatico tra Papa e Presidente (in Italia vinto da questo) è chiaramente espresso nel messaggio (reiterato a reti unificate) di Mattarella. “Non ne usciremo da soli!”. Prova immediata è stata la contemporanea azione di: Draghi, Macron, Monti, Berlusconi e Mattarella, che hanno pressoché espresso la stessa opinione sul “dopo”, amplificata da potentissimi addetti stampa. Nulla di rassicurante. Soprattutto perché, all’italiana, si stabilisce (in pochi) il “come”, si trascura il “cosa” e si ottunde il “perché”.
Nulla di più lontano dal populismo anima queste righe, ma lo scoprire intese per perseguire gattopardesche soluzioni teleguidate, spinge ad apprezzare persino Trump. Invece di “programmare” l’altrui futuro, potremmo sfruttare il tempo che abbiamo per produrre e lanciare idee e progetti, anche quelli con disegni e computi. Una sorta di libero “brainstorming” mondiale, per sognare, e poi trovare, il nostro futuro. Da molto prima della pandemia, l’unica speranza per il mondo intero è che tutto cambi, ma per cambiare veramente.

PER CAMBIARE, VERAMENTE
Per liberare la maggioranza dell’umanità. Se non ora quando?!
Durante la guerra, la lotta partigiana si avvalse, primo caso nella storia d’Italia, del contributo fattivo delle donne. I più noti esempi furono Tina Anselmi e la first lady Carla Voltolina.
Per il dopo pandemia si prevedono enormi costi per la ripresa, oneri che graveranno sulle nostre figlie e i nostri figli. Si potrebbe invece attuare una semplice riforma mondiale, letteralmente a costo zero: la parità assoluta di genere. In questi giorni di trincea si è formata una indissolubile pace tra i sessi, accomunando, dentro le case, destini e desideri. Mai come in questi giorni si è capito il grande esempio che le donne possono dare a noi uomini, ma soprattutto l’enorme contributo per l’umanità intera. Sancire questa (finalmente riscoperta) parità potrebbe far percorrere alla storia passi enormi, raggiungendo doverose soluzioni indifferibili, che attendono da oltre un secolo.
La pandemia deve portare a nuove prospettive per la vita di tutti gli uomini. Per cambiare, veramente. Raggiungendo la vera parità di genere si darebbe un giusto riconoscimento alla maggioranza dell’umanità, che, anche numericamente, è ben oltre la “metà del cielo”.
Attualizzando lo slogan: “Se non ora quando!?”

Francesco Nicolosi Fazio