Un’opera dannosa e una che si paga da sola.

 Recenti manifestazioni e scontri per le scelte dei governi italiani. Nessuno crede più, dopo gli eventi della pandemia, che le scelte dei potenti siano fatte nell’interesse della nazione. Le manifestazioni degli operatori economici, degli artisti e dei negazionisti del TAV, sono più che legittime, sono da condannare le azioni violente. Partendo dal TAV si può facilmente dimostrare che i numeri sono spesso artefatti, con algoritmi che sono più cabalistici che scientifici. In questo il CTS è il massimo oracolo, ma anche per le opere pubbliche abbiamo buoni esempi di follia. Il MOSE è già marcio…

Il meccanismo delle “analisi costi/benefici” è un lavoro da cartomanti, in quanto si calcolano dati assolutamente sconosciuti ed aleatori e, come per maghi e  fattucchiere, il committente riceve sempre risposte gradite; con i tarocchi: amore, salute e denari, con le analisi c/b tanti denari; con il CTS, invece, abbiamo perso anche la salute, qualcuno la vita.

Per il governo il TAV Lione-Torino non è in discussione, ma qui i dati delle analisi c/b sembrano essere truccati. Basti pensare che la mega galleria da 57 chilometri consentirà un “risparmio” di 22 km, che, viaggiando a 200 km/ora, significa arrivare prima di soli 6 minuti; sembra una barzelletta, ma per tale “grande risparmio” si spenderanno più di 25 miliardi di euro (circa 4 Ponti sullo stretto). Ma ecco che i dati economici di partenza diventano esilaranti: si prevede che circa 600.000 passeggeri l’anno (2.000 al dì) opteranno per il TAV lasciando l’aereo; ma soprattutto che il traffico merci in pochi anni quadruplicherà. Il traffico non cresce da 10 anni (pre-covid). Bufala duplice: i 600.000 mila passeggeri sono già un dato risibile (si spende una cifra enorme, mentre con numeri analoghi un aeroporto chiude!); tutto si fa per agevolare le merci francesi verso l’Europa Orientale (Kiev è l’obbiettivo). Ma  anche questo è un dato esilarante, in quanto 6 minuti di risparmio per un viaggio di un treno merci di migliaia di chilometri sono letteralmente impercettibili, anche per le ostriche dell’Atlantico. Mentre sullo stretto le merci perdono giornate intere, altro che 6 minuti!…

Tutto è soltanto un discorso di volontà politica. La TAV si completerà comunque, mafia permettendo; le peggiori opere sono le “incompiute”. Mentre per il nostro utilissimo Ponte sullo stretto, un’opera indispensabile e che si pagherebbe da sé, si perdono decenni interi. Un’opera da realizzare anche per dare un senso all’alta velocità nel sud, un’opera gradita alle intere due regioni che unirà, un messaggio di unità territoriale al popolo siciliano, contro le sirene del separatismo.

                                                                                  Francesco Nicolosi Fazio