Hanno fatto la storia e la fanno.

 All’Avana sul Malecon e a New York a Washignton Square fanno bella mostra due monumenti a Giuseppe Garibaldi. Entrambi guardano ad Oriente e vi sono ben evidenti i simboli della massoneria. Il fatto rilevante è che la dittatura castrista non solo non cancellò le insegne dal monumento, ma tollerò l’attività dei fratelli, come la Chiesa. Pare che Fidel si sia servito della massoneria per raggiungere informalmente gli Usa, dove i fratelli sono molto presenti e influenti.

Tornando a Garibaldi, l’eroe dei due mondi ebbe importantissimi aiuti dalla massoneria inglese e difatti  lo sbarco avvenne a Marsala, dove gli inglesi producevano il prodigioso liquore più buono del porto. Quello che è difficile immaginare è il focoso Garibaldi che partecipi ad una riunione massonica (loggia) fermo e seduto con le braccia parallele sulle ginocchia o su un tavolo, in posizione perfettamente ortogonale al piano di appoggio (posa da muratore). Posizione che si può ancor oggi osservare in altissime riunioni pubbliche, anche in Italia.

In Italia purtroppo la massoneria negli anni ’70 passò momenti al dir poco tenebrosi. Mio nonno, membro della Propaganda Uno (P1), fu sconcertato dall’avvento dei nuovi capi e dalla trasformazione della loggia in P2. Ne venne un divieto per me di partecipare a cortei e manifestazioni, perché si preparava qualcosa di grave e chi dissentiva sarebbe stato schedato. Un caso fortuito evitò il golpe in Italia.

Volendo sdrammatizzare, oggi la massoneria è come la nebbia di Milano per Totò: “c’è, ma non si vede”. Oggi che la legge Anselmi vieta in Italia le associazioni segrete, potrebbe essere l’ottima occasione per una legge che, eliminando le procedure penali, consenta lo svelare di tanti onesti cittadini che vogliono fare il bene della nazione. Forse il presidente Draghi non avrà il tempo per una simile facezia, ma la democrazia va tutelata e favorita, in tutti i luoghi deputati, e… ministri.

                                                                                              Francesco Nicolosi Fazio