GUADO

Questa divagazione, che ci viene suggerita (forse ispirata) dalla realtà politica dei nostri giorni, non si propone usurate locuzioni, tipo “siamo in mezzo al guado”. La nostra intenzione non scavalca i confini della filologia. Ci consente solo di esprimere, con riservatezza, qualche stupore nel trovare specchiato, nel doppio significato della unica stessa parola, l’aura politica che si coglie e respira in Italia. E si dice respira mettendo nel conto l’attualità delle “mascherine” che pare qualche filtro contro le male arie lo esercitano. Ma veniamo alla parola guado. Il suo primo significato che, come è noto, significa punto nel quale un corso d’acqua può essere attraversato a piedi o su una cavalcatura per la scarsa profondità come per la natura resistente del terreno su cui scorre l’acqua. Si può alludere, figuralmente, sia al trovarsi a metà o alla fine del guado per dire che si va verso la terraferma oramai vicina, come si può voler alludere a uno stato pesante, fastidioso, difficile, di crisi. Attenzione: l’origine della parola nel suo significato fin qui detto è nel latino vadum.

Il secondo significato di Guado è toto coelo diverso dal primo, come dà fede la stessa origine della voce che, per l’accezione che stiamo per esporre, si fa derivare dal longobardo waid e definisce una pianta erbacea delle zone submontane, le cui foglie come le radici contengono una sostanza colorante usata nelle tintorie e nota con il nome di Isatide. Tutto qui.

Poi, a riflettere sopra le due accezioni della stessa parola, si scopre quanto calzano alla realtà politica dei nostri giorni della crisi dei partiti. I due significati del colorante e delle difficoltà, uniti nell’unica voce GUADO, crisi e colori. Non è un discorso da proporre a Matteo Salvini. Specialmente dopo quanto si è procurato in modo talmente perfetto da farlo somigliare a un sabotaggio personalmente studiato a tavolino. Forse nemmeno alla Meloni, perché da quanto ha dichiarato, si deduce che lei non si ritiene nel guado. Beata lei! Un poco anche Berlusconi, il quale disponendo di valori, generi di costosissimi salvagenti, può permettersi guadi anche pericolosissimi. E poi c’è l’età.

(Mario Grasso)