Pure il Krakatoa dice la sua. Lo fa con tempismo, sotto Natale. Giusto per riproporre quello spirito originario, per imporre un sentimento da revival, tra presepi viventi.
Anche qui facciamo il presepe vivente, solo che Maria ha il mascara. E, dal momento che abbiamo la mafia, anche l’Etna, se proprio deve, si è pronunciata, ma come quello che solleva l’indice a mezz’aria ritirando il collo dentro al carapace. Un annacamento di lampadario e il consueto: “almeno si sfoga…”.
Qualcuno aspetta i regali, qualcun altro non ricorda che giorno sia, poi arriva la scacciata con broccoli e Gaviscon.
2018 anni fa non avevano inventato gli “incendi spontanei” ma certo il lavoro non mancava. Tra i pandori e il “rito” dei regali, in coda al daltonismo, anche oggi il lavoro non manca.
A mancare sono i posti, e i professionisti qualificati. L’allievo a volte supera il maestro, altre lo travisa.
Ringraziamo e mangiamo, per non fare gli stronzi. E poi tutti ai propri posti, una spanna sopra un mantello che ondeggia come fosse al vento. Cerca di svegliarci?
Giulia Sottile