Chi ci protegge… dalla Protezione Civile?
Negli anni ’70 il catanese Lucio Libertini lanciò l’idea delle “autostrade del mare”, ovvero i collegamenti navali lungo Tirreno (ovest) e Adriatico-Jonio (est). In questi giorni la Protezione Civile fa appaltare a Lampedusa una “autostrada sul mare”. Solo 130 metri di strada che però costerà €. 20.000.000 (salvo prevedibili imprevisti); circa €. 200.000/metro, prezzi superiori a quelli delle autostrade (6 corsie). Chiunque, vedendo il rendering del progetto, dovrebbe esprimersi con il celeberrimo commento di Fantozzi, alla fine della proiezione de “L’incrociatore Potemkim”…
Con la scusa della sicurezza durante eventi catastrofici (quali?), si vuole realizzare un’opera assolutamente e contestualmente inutile e dannosa. Per l’inutilità basta considerare che nessuna analisi costi/benefici ne darebbe l’approvazione, in quanto anche se dovessero attraversare giornalmente il ponte tutti i mezzi presenti nell’isola (circa mille), pagando pure una inapplicabile tariffa di ben un euro, l’opera si ripagherebbe in oltre 100 anni. Per il danno basta il mostruoso rendering che propone una barriera al mare, che annulla pure un possibile approdo per le vele. Il danno sarà pure per le emergenze ambientali, paesaggistiche e archeologiche, dribblate dalle condizioni di emergenza che vennero valutate all’epoca dalla “Protezione Civile” (Dio ci protegga!), probabilmente su imput dell’allora comandante in capo Bertolaso, oggi riesumato per fare il suo meglio in Lombardia… (ma non per gestire lo scandalo delle mascherine).
Con l’enorme cifra di €. 20.000.000 si potrebbe riqualificare l’intera isola di Lampedusa, grazie ad un progetto di recupero ambientale, con la rinascita dell’originale bosco ottocentesco e mobilità sostenibile, che potrebbe anche prevedere una pista sterrata di collegamento tra i due porti, invece del ponte autostradale piantato sulla creta e l’archeologia. Lampedusa non ha bisogno di altri sfruttatori, come i carbonai toscani che distrussero il bosco; l’isola, devastata dalla procurata desertificazione, dall’abbandono e dagli sbarchi, non deve vedere altri sbarchi, questi nuovi pirati che gridano: “all’appalto!”.
Ing. Francesco Nicolosi Fazio