Il triste crepuscolo della democrazia.
La rielezione di Mattarella è un fallimento della democrazia parlamentare. Costringere un ottuagenario ad arrivare quasi ai novanta come capo di stato è una crudeltà, ma soprattutto è un “vulnus” costituzionale di cui proprio lui aveva segnalato il pericolo. In un pianeta in profonda trasformazione e di difficili adeguamenti, anche istituzionali, il segnale che giunge è pessimo: un presidente in carica per quattordici anni è fuori da ogni parametro temporale logico, in democrazia. A ciò si aggiunge un extra-parlamentare capo del governo, ovviamente mai eletto.
Nel mondo la democrazia è sempre più sostituita da governi autocratici e dittature, per cui solo una piccola minoranza di terrestri vive in un regime veramente democratico. Sta accadendo quello che, duemila anni fa, portò alla nascita dell’impero romano, che eliminò la democrazia. Difatti le dimensioni e la complessità dei problemi politici da affrontare non consentono che le soluzioni possano essere sottoposte ai riti della democrazia, lotte tra lobby comprese. Tornando all’Italia, il partito che più ha dato spazio alle istanze dei cittadini, il Cinque Stelle, sta, difatti, avendo i peggiori risultati politici, avendo proprio al suo interno un eccesso di democrazia e conflitti.
Cento anni fa in Europa nascevano i fascismi. Metodi politici che si ispiravano proprio all’impero romano, facendo rinascere, in altri modi, l’assolutismo. Nella sua lucida follia Hitler aveva profetizzato per il suo regime mille anni. L’errore fu geografico, il mafiascismo non vinse in Germania, ma oggi è in Russia, Cina, Turchia, India e nella totalità dei paesi emergenti (e no). La risposta, in occidente, può essere solo culturale, ridando alla “gente” gli strumenti di valutazione del mondo e le sue dinamiche, per coinvolgere tutti nelle scelte del futuro. Strada lunga ed impervia.
Francesco Nicolosi Fazio