Nel finto dibattito sull’innalzamento del tetto del contante a cinquemila euro, tutti hanno dissertato sull’effetto del provvedimento nei confronti dell’evasione fiscale. Effetto molto difficile da valutare per il semplice fatto che chi vuole evadere se ne frega del tetto, in quanto il nero non lascia traccia, a prescindere dal limite di legge. Nessuno ha posto la questione più grave: il riciclaggio. L’aumento del limite al contante è un grosso favore alla criminalità, sempre più organizzata. Spendere 5000 euro per comprare merce (o giocare al Bingo e similari) è una attività che si può “permettere” solo chi detiene moltissimo contante e lo vuole ripulire facendo acquisti, raramente veri. Il tutto lasciando volutamente traccia in scontrini e ricevute, ma con anonimo pagamento alla cassa.

Altro favore, indiretto, alla criminalità è l’abolizione del “reddito di cittadinanza”. Da diverse intercettazione di mafiosi si apprende che “con il reddito di cittadinanza non si trovano più picciotti per fare un… lavoro”. Togliere un sostegno a chi non trova un lavoro (al sud non esiste) significa ingrandire la massa dei giovani disposti a tutto per poter vivere. Cadendo nelle grinfie delle mafie.

Anche la prossima “autonomia differenziata”, che aggraverà la vergogna della “spesa storica”, ridurrà ulteriormente i fondi al sud per darli al nord, determinando ancor più disagi e bisogni che vedranno nelle mafie le uniche “istituzioni” che possono aiutare la gente. In Sicilia già un milione di giovani ha lasciato l’isola, privando ulteriormente la regione delle migliori forze oneste.

I “viaggi della speranza” dal sud al nord saranno incrementati anche per la salute. Nella legge di bilancio non si prevede alcuna risorsa aggiuntiva per la devastata sanità pubblica, favorendo evidentemente la sanità privata, in mano agli sponsor della maggioranza. Questo ha già determinando il record di spese mediche private, spese che possono sostenere solo i ricchi e i componenti del “ceto medio”, favorito in bilancio. Gli altri possono, letteralmente, morire.

                                                                                              Francesco Nicolosi Fazio