Il gioco perenne tra Potere e Innocenza
Quanti secoli chiede la memoria
per ricordare guerre e sacrifici ?
L’ottimismo di Foscolo svanisce:
Dal dì che nozze e tribunali ed are
diero alle umane belve esser pietose
di sè stesse e d’altrui, toglieano i vivi
all’etere maligno ed alle fere
i miserandi avanzi che Natura
con veci eterne a sensi altri destina.
Un coro di sberleffi s’imperpetua
a onta del poeta de I Sepolcri.
Confermano protervia altri profeti:
Simonide col dire le Termopili
Ševcenko e il feroce Testamento
per l’orgoglio umiliato dai potenti
il tormento dei forti e il desiderio
se il greco di Ceo volle concludere (*)
elogiando il coraggio di morire
per trionfo dei deboli sui forti:
Morendo non perirono
eterno lor s’ergevano
di gloria un monumento.
E
per ripetere il sangue e la barbarie
dell’era atomica duemil’e ventidue
gli ucraini e il Testamento loro
due secoli dopo Ševcenko:
Quando sarò morto seppellitemi
in un tumulo alto
nell’immensa steppa
della mia dolce terra ucraina,
da dove potrò contemplare
gli sconfinati campi
e le rive scoscese; ascoltare
l’antico Dnepr più infuriato.
Ma solo quando il possente fiume
avrà portato il sangue dei nemici
dall’Ucraina al mare
potrò lasciare tutto, campi e colli
sorgere dalla tomba per volare
fino al regno di Dio
onde pregarlo. Prima d’allora
io non vorrò conoscere alcun Dio.
Seppellitemi, dunque, e insorgete
spezzate le catene,
la vostra libertà sia consacrata
col sangue dei nemici…(**)
Questo non dice se oltre l’orgoglio
il Poeta, già servo della gleba,
abbia profetizzato. Intanto grida
la miseria perenne umana e il canto
del cieco Omero e quanto
nel rancore sia ancora
Hiroshima, Nagasaki, i santi Lager,
alle Termopoli, allora, il sacrificio
e oggi, a stupri, morte e distruzioni,
l’Ucraina oltraggiata dalla gloria
dal crimine perenne del potere
resta vana la parola, i morti
definiti eroi, quasi a sberleffo,
contro il si vis pacem para bellum,
la maledizione tanto cara
ai dittatori, ai secoli, alla vita …
criminale protervia come gioco
le guerre dei potenti e gli innocenti.
Mario Grasso
03/ 04 / 022.
(*) Il greco di Ceo: Simonide, Ceo 556, Agrigento o Siracusa? 468 a. C..
(**) Cfr. a pag. 29 di Taras Ševcenko, Antologia di opere, con 76 tavole fuori testo.- Traduzione all’ucraino, saggio introduttivo e note di Mario Grasso. – Edizioni Prova d’Autore,CT. Settembre 1990.
(***) Pereyaslav, 25 /12 /1845.