GRUPPO C.I.A.I.

CONVERGENZE INTELLETTUALI E ARTISTICHE ITALIANE

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cantorio siciliano itinerante

MANIFESTO PER UNA LINEA LETTERARIA SICILIANA DI PROPOSTE CULTURALI

La Casa editrice Prova d’Autore, (www.provadautore.it) ha privilegiato, fin dal suo primo anno di attività, la presenza di Poeti e la pubblicazione di opere poetiche. La rassegna mensile di Letteratura Lunarionuovo (www.lunarionuovo.it) oltre alla particolare attenzione verso la poesia altro non è stata, fin dagli anni della sua edizione cartacea, che il vero e proprio incunabolo rispetto alla più ambiziosa iniziativa di istituzionalizzare, a opera dello stesso fondatore di Lunarionuovo, una  impresa editoriale; quella, appunto, di “Prova d’Autore”.

Almeno per tre volte all’anno, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, abbiamo continuato a organizzare, a Catania e provincia, incontri pubblici, recital, dibattiti e confronti tra poeti, e non solo siciliani. Brochure, cartoncini e locandine, tramite cui invitavamo il pubblico agli eventi, recavano con il logo dell’editrice patrocinante, la definizione di “Trebbio” che avevamo pensato di poter dare a eventi basati su ”incontri” tra poeti, in omaggio alla originaria idea e denominazione (di cui si è persa memoria) di due benemeriti operatori culturali romagnoli, che nella seconda metà del Novecento hanno istituzionalizzato l’iniziativa di incontri itineranti di poeti all’insegna del “Trebbo”, voce del dialetto bolognese ricavata dal latino trivium = incontro.

Trebbo o trebbio, la voce non è certo propria del linguaggio siciliano. Noi quella volta la avevamo adottata  per collegarci idealmente alla stagione di fasti a risonanza internazionale, cui si è qui prima accennato, che aveva portato poeti italiani e stranieri a incontri (trebbi) nelle piazze.

Niente di nuovo dunque se proponiamo una stagione di incontri di poeti, saggisti e narratori (*) per questa volta solo siciliani, (del dialetto e della lingua di comunicazione nazionale) in vari centri dell’Isola, ospiti, di altrettante accoglienze auspicate da chi continua ad amare la letteratura, gli scrittori, la poesia e i poeti. Tuttavia il progetto di rivolgere solo ad alcuni  autori siciliani il nostro nuovo impegno ci ha reso perplessi al momento di poter continuare con il riferimento alla suddetta voce felsinea di Trebbo (o Trebbio), conveniva un nome nuovo. Per  soddisfare questa esigenza abbiamo pensato di poter ricavare dall’antica voce Cantoria un sostantivo inedito maschile: Cantorio.

La novità potrebbe essere, in Sicilia,(dove non sono esistititi cori al di fuori di quelli religiosi esibiti nelle chiese) il proporre una coralità laica di poeti facenti parte del Gruppo C.I.A.I. Poeti che, intanto, risultano collaboratori di Lunarionuovo e di Prova d’AutoreNiente esclusioni dunque rispetto ad altre presenze, niente pretese di primazie o altre assurdità, lontane dai chiari principî che danno significato all’arte e agli artisti, risaputo com’è che ogni mano alzata altro non chiede che di approssimarsi alla Verità.

Inoltre, in occasione di ciascun evento i poeti del Cantorio dedicheranno ciascuno un intervento a uno dei poeti siciliani del passato prossimo e remoto; Poeti che con le loro opere letterarie hanno impresso un segno distintivo e indelebile nella storia delle scritture creative, quindi della stessa civiltà siciliana, in seno alla Letteratura italiana.

Cantorio dunque: un sostantivo (**) che non è mai stato in alcun vocabolario italiano,  né dei dialetti, ma che ci si augura possa esservi accolto col significato di coro di alcuni poeti siciliani, tenendo presente la sua  allusività semantico-fonetica al canto e alla scelta di un logo di riferimento a simbologia siciliana: la foglia-pala del ficodindia e del suo fiore-frutto,(disegno ideato e realizzato dalla socia C.I.A.I. Giulia Sottile). Significati che probabilmente non escludono riserve di  salvifiche ironie verso noi stessi  e i limiti umani di ogni proposito di nuova ricerca. Riserve che si auspica non manchino, pur celate dietro ogni  serio e pretenzioso progetto nella sua insita spontaneità, coerentemente sorvegliata da esperienze non solo libresche e/o accademiche dei suoi cultori/operatori.

 Mario Grasso

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(*) Per ogni incontro sono previsti sette/otto poeti e un Autore di narrativa o saggistica, che leggeranno o faranno leggere loro opere edite o inedite, a loro scelta. I poeti leggeranno in due turnii: primo turno loro poesie (per cinque minuti) e in secondo turno poesie di Autori siciliani classici per altri cinque minuti. Dunque ciascun poeta dispone in tutto di dieci minuti; così lo scrittore/scrittrice o saggista per brani di sue opere per dieci minuti: cinque a intermezzo tra il primo e il secondo turno dei poeti e altri cinque minuti a conclusione e chiusura.

Ciascun poeta, narratore o saggista potrà scegliere di far leggere le proprie opere, anche se proprio per i poeti è preferibile (ma non obbligatorio) sia disposto a leggere ciascuno le proprie poesie da coerente componente di Cantorio. Ciascun incontro dovrebbe compiersi entro le due ore e mai superare tale misura.

(**) Come è noto, il sostantivo femminile cantoria è nell’uso linguistico degli italiani fin dal 1773, col significato di Scuola per esibizioni corali in chiesa. La stessa voce definisce il posto (quasi sempre in chiesa) dove il coro si esibisce. Terza accezione per denominare il coro nel suo insieme. L’idea della proposta è di derivare da cantoria un sostantivo al maschile: cantorio. E non per banale pretesa di una distinzione laica, ma per la semplice idea di una parola nuova, anche se la sua originalità risulta fondata su un cambio di vocale finale rispetto alla voce originaria.