La dipartita a 91 anni di Simona Mafai ci coglie di sorpresa perché era proprio la sua età che collegavamo mentalmente alla sua straordinaria personalità. E allora ci si adeguava a pensarla ancora nella sua verve degli anni di fondazione di Mezzocielo, o, andando ancora più indietro con la memoria, al suo certosino lavoro per le opere di Gramsci. Sicuramente non ci sfiorava la concreta rappresentazione del numero dei suoi anni. D’altra parte lei se n’è andata senza pesanti preavvisi di particolari pericoli per la sua tempra. Tempra che a ignorare quanto di operosità culturale ha elargito e di conseguente esemplarità, potremmo puntare a soffermarci sui momenti della parlamentare senatrice, nella sua Roma di origine.
In realtà la sua presenza a Palermo accanto a Pancrazio Di Pasquale, aveva segnato uno stacco netto dal suo mondo di origine e dall’aura che il prestigio dei genitori le dava da respirare. Ma uno stacco che le aveva consentito di portare a Palermo la luminosa impronta della provenienza e contribuire a inaugurare una linea di comportamenti e relazioni nuovi di singolare affabilità capaci di unire energie e frontiere ideologiche per programmi aperti al futuro.
Adesso per quanti abbiamo avuto occasioni di ammirarne l’operatività e di vivere momenti di incontri culturali (letterari) all’insegna della sua amicale solidarietà, giunge spontaneo rievocarne tratto umano e statura morale, intellettuale politica, dovunque instancabilmente operativa. Una lungimirante generosità intellettuale di cui resta l’impronta nella memoria unita all’auspicio che, proprio nel suo ricordo, si continui con lo stesso entusiasmo di cui Simona è stata modello.
Sicuramente tra i ricordi della sua personalità politica continuerà a spiccare il suo essere stata voce e pensiero che univa. Una dote che non sempre spicca in persone della statura morale, intellettuale e politica di Simona Mafai. Ed è anche in questa direzione che il nostro ricordo saluta l’indimenticabile genialità operosa di Simona, di cui proprio i nostri giorni di fretta e qualche superficialità un po’ troppo diffusa sente più forte e dolente il distacco. Addio, Simona!
Mario Grasso